Finalmente è uscito!!!!

…il mio primo libro di poesie…a breve a casa vostra!!…………se avrete voglia di leggere: “L’amore in ogni dove” vi accompagnerà nei vostri sogni, nelle vostre speranze, nelle vostre avventure….

Marco Lanternino

marco.lanternino@email.it

Avvolti tra le nuvole

 

Sembra impossibile averti cosi sfuggente…

fragile…sembri una foglia che il vento fa volare,

per ritrovarti improvvisamente tra le mie braccia.

Ti sfioro il viso, non serve parlare,

è questo l’amore,

stringersi le mani e sognare a occhi aperti!

Ci rivediamo in quelle notti stellate,

abbracciati,

sorridendo senza una ragione,

intenti a guardare l’immenso,

innamorati e increduli,

con la paura che tutto possa finire!

Sì…vogliamo rimanere qui,

in questo incantesimo, avvolti tra le nuvole….

per amarci…

per sempre!

 

Arrivare in mezzo alle stelle

È bellissimo svegliarsi e pensare a te…

rendi i miei giorni sempre più felici,

riempiendo le giornate con il tuo sorriso.

Non dici una parola,

sei riuscita ad incasinarmi la vita dolcemente

e sei la prima persona

che voglio vedere ogni mattina.

Tu non indossi maschere

e sento le tue emozioni solo guardandoti,

Sto cercando un punto nell’orizzonte…

per arrivare in mezzo alle stelle…insieme a te

Lanternino Marco

A MIO PADRE

Mio padre era un uomo che potremmo definire all’antica anche se era nato nella nostra epoca. Egli portava avanti quello che aveva imparato da suo padre e da suo nonno e ciò che spesso avevo sentito dire da mio nonno materno “E figli se vasano ‘nsuonne” I FIGLI SI BACIANO MENTRE DORMONO. Da piccola ero inappetente e lui mi faceva sedere sulle sue ginocchia e con santa pazienza riusciva a farmi mangiare, con sua grande soddisfazione,  almeno una metà di quello che mia mamma mi aveva messo nel piatto. Crescendo vedevo mio padre “allontanarsi” da me, forse voleva prepararsi a un mio probabile distacco, una sorta di autodifesa per evitare di soffrire troppo. E quando arrivò “quello giusto” cominciò a trovargli un mare di difetti, geloso di quello che gli avrebbe portato via “la sua bambina”. Mio  padre amava molto la sua famiglia e, come mia madre, lavorava molto e insieme costruirono una casa bellissima. Lui amava molto le rose e si dilettava a piantarle nel nostro giardino. Dopo la sua morte, con nostra grande sorpresa, una pianta di rose sdradicata  fino alle radici, ruppe il cemento che l’aveva ricoperta per una modifica apportata alla casa e “ricomparve” più forte che mai. Quando si ammalò e capì che non ce l’avrebbe fatta, espresse un suo desiderio: “Sulla mia tomba voglio solo due rose”. Non cancellerò mai dai miei occhi e dalla mia mente, il momento in cui per l’ultima volta, su quella sedia a rotelle, uscì nel giardino, aspirò il loro profumo e sospirò di felicità. Fummo io e mia sorella a poggiare le due rose su quella bara, che lo avrebbe nascosto ai nostri occhi per sempre.

A  MIO  PADRE

Quando un fiore sboccia ci affascina

con il suo profumo e con il suo splendore.

Poi, con i giorni, ogni petalo appassisce

e spinto dal vento, pian piano cade.

Tu amavi tanto le rose, e come loro, hai visto i giorni dello splendore

 e hai visto i tuoi petali appassire.

E a poco a poco, ogni petalo è caduto,

lasciando in me un dolore immenso e, in te,

la consapevolezza e la gioia che non avresti più sofferto.

Lì dove ti trovi sei ritornato la rosa che volevi essere.

Io ti prego di aiutarmi a ritrovare presto il profumo della serenità

Nunzia Esposito

 

 

a mio padre