L’acqua bruciata
di Fabio Squeo
Prefazione
di Danilo Serra
L’uomo dell’esistenza prova fatica per le incessanti pressioni della vita ( « l ’ accadere della vita » ) e per i naturali acciacchi che impressionano il proprio corpo. È l’uomo « stanco e sudato » sottoposto al « vociare insulso della gentaglia » .
Ma è sempre in questa drammatica pantomima che, dopotutto , si ha il coraggio di stare in piedi e di resistere ai colpi e al peso dell’esistere . L’uomo di Squeo è l’impavido viandante che sopravvive al chiacchiericcio della folla, è la tenace creatura che non s’arresta dinanzi a « lividi di gelo » ; combatte e resiste, affidando si talvolta alla solitudine, affondando nell’oscura e inafferrabile bellezza dei sogni.
Le pagine sono pura esaltazione e, ancor di più, riflessioni che celebrano il prestigio della Poesia , insigne arte quasi obliata nella balorda e tà dello smartphone , l ’ epoca del nascondimento dello sguardo. Nondimeno – son sicuro! – verrà un tempo in cui la Poesia ritornerà a farci innamorare . In lontananza avvertiamo già gli struggenti richiami di Goethe e Rilke ; l ’ incantevole eco delle Elegie duinesi rimbomba accomodante nelle nostre orecchie incuranti .
Lontana e vicina , distante e prossima : la bellezza è dietro l’angolo, è già in cammino. Come l ’ uomo celebrato da Squeo, l ’ homo viator sempre in viaggio sulla terra e nella vita, spazi labili del suo destino dov ’ egli procede secondo le sue scelte ed intenzioni verso la vita o verso la morte. È il pellegrino per essenza e per vocazione che prega e supplica pe r la sua ineffabile sorte. L ’ uomo storico è il protagonista di queste pagine , l ’ individuo ch e Lucien Febvre – tra i fondatori dell a École des Annales – indica con la sentenza : « L ’ uomo, misura della storia, sua unica misura. Più ancora, la sua ragione di essere »
« Gli uomini, soli oggetti della storia – di una storia che non
s ’ interessa a non so quale uomo astratto, eterno, in fondo
immutab ile e in perpetuo identico a se stesso – gli uomini
colti sempre nel quadro delle società di cui sono membri.
Gli uomini membri di queste società in un ’ epoca ben
determinata del loro sviluppo – gli uomini dotati di
funzioni molteplici, di attività diverse, di preoccupazioni e
attitudini varie, che tutte si mescolano fra loro , si urtano,
si contraddicono, finend o per concludere una pace di
compromesso, un modus vivendi che si chiama la Vita »
I racconti lentamente scorrono davanti ai nostri occhi in tutta la loro inaudita potenza e profondità. Sono flussi esistenziali, limpide linfe che sgorga no da rocce e da terreni avvallati, profondi. Squeo è l’interprete che traduce in poesia « i lamenti, le rivelazioni e i drammi della vita » . Egli scava con pazienza nel sottosuolo del linguaggio rintracciando le parole desiderate. I racconti sono così impreziositi da questo estenuante lavoro di scavo e sterramento. Le parole ricercate sono ben calibrate dacché hanno un senso straordinario capace di rende re l’intera lettura dignitosa e ricolma d’interesse. A patto che si rispetti una civile regola non scritta: la già citata legge della lentezza.
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